I fuoriposto by Cosimo Buccarella

I fuoriposto by Cosimo Buccarella

autore:Cosimo Buccarella [Buccarella, Cosimo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Corbaccio
pubblicato: 2023-03-12T08:40:35+00:00


24

Di ritorno dalla scogliera mi venne in mente un particolare: la porta della medicheria dove, con tutta probabilità, era conservata la penicillina poteva essere chiusa a chiave. Aprirla non sarebbe stato un grosso problema, ma mi sarebbe servito qualche attrezzo.

«Un cacciavite, un trapano a manovella e una fascetta di lamiera sottile, il più sottile possibile» avevo chiesto a Samuele, e lui aveva risposto che sapeva chi poteva prestarceli senza fare domande: c’era a Santa Maria un rifugiato che era stato un fabbro, nella sua vita prima della guerra. «Nazisti torturato lui duro, davvero duro, e lui ora non è più niente» aveva aggiunto. «Ma sua moglie insistito con inglesi per dare officina, e ora lui ha tanti attrezzi e non usa nemmeno uno.»

«E sei sicuro che non parlerà?» gli avevo chiesto, in ansia.

Samuele aveva scosso la testa. «Da quando portato in Auschwitz, Mordechaj non più detta nemmeno una parola.»

Stavo per chiedergli che cosa fosse Auschwitz, ma lui mi aveva zittito con un gesto, prevenendo la mia domanda, e si era allontanato, mentre io mi dirigevo verso l’ospedale portandomi dietro il soldato di guardia.

Restammo in giardino a giocare con Caùru, il soldato e io, finché il cane e il militare si sdraiarono sul terreno, l’uno accanto all’altro, e si addormentarono. Quando Samuele ritornò, un’ora e mezzo dopo che ci eravamo separati, riuscì a sgattaiolare sotto il naso del mio guardiano portando con sé un sacco di iuta che tintinnava a ogni passo della sua buffa andatura saltellante, e che nascose sotto il mio letto, tra rete e materasso.

Avevo atteso il momento della cena covando grandi aspettative, ma quando il cibo fu servito in tavola scoprii di non riuscire a trangugiare nulla. Il momento di agire si avvicinava, e il peso del macigno che mi opprimeva lo stomaco cresceva di minuto in minuto. Samuele, dal canto suo, polverizzava le pietanze con la spietata costanza di un tritacarne, senza affannarsi e senza un attimo di sosta. Prima delle sette e mezzo aveva già terminato di mangiare anche la mia porzione, e annunciò con un rutto pieno e rotondo che si riteneva soddisfatto.

La mensa dell’ospedale era stata allestita in una sala al pianterreno di villa del Prete, non troppo grande e dotata di un’ampia porta ad arco che conduceva direttamente al giardino. Oltre a Samuele e me, nella stanza c’erano in tutto una ventina di avventori, tra personale e degenti. Una buona metà di questi ultimi era costituita da donne visibilmente incinte. «Ricostruiscono il popolo d’Israele» mi spiegò Samuele indicandone una con il mento.

Mi resi conto di non aver visto bambini, tra i rifugiati del Campo, né ragazzi della mia età. I più giovani sembravano essere Samuele e Myriam, che pure dovevano avere due o tre anni più di me. «Bambini e vecchi fatti fuori subito» mi disse Samuele.

«Eh?»

«Nazisti» disse lui come spiegando un teorema matematico. «Loro ucciso subito bambini e vecchi. Tenuto solo ebrei che potevano lavorare.»

«Ma» feci incredulo. «Ma come? Tutti?»

Samuele si strinse nelle spalle. «Più o meno. Ora donne ebree si impegnano a fare tanti bambini per popolare nuova nazione.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.